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Ancora atti vandalici in città… barbari scatenati: ma un’altra Foggia è possibile?

11 febbraio 2010

Forse sì, con la passione civile di persone come Nico Baratta e Gioacchino Rosa Rosa
Ancora un atto vandalico. L’ennesimo. Forse anche con una motivazione vagamente estorsiva. Foggia sempre più in preda ai nuovi barbari. È successo nel week end, in via della Repubblica, a Foggia, quando i soliti ignoti con un ordigno esplosivo hanno fatto saltare un distributore di schede telefoniche, provocandone la distruzione.
Un episodio che verrebbe fatto quasi di dire “non fa più notizia”, tanti e tali se ne consumano tra le strade e le piazze foggiane.
Ma noi continueremo a dare queste notizie che… non fanno più notizia. Ostinatamente, caparbiamente, nella speranza che ci siano sempre più cittadini a non arrendersi, ad indignarsi.
Un’altra città, un’altra Foggia, è possibile? Forse sì, se prende il sopravvento il desiderio di esserci, di partecipare, di essere protagonisti attivi della vita cittadina. Uno che si batte da tempo per questi obiettivi è Nico Baratta, di cui apprezziamo molto la lucidità con cui scruta e racconta la città, nelle sue cose belle e nelle sue cose brutte, nelle sue aspettative, nelle sua speranze, nelle sue delusioni.
La tensione morale e culturale che sprigionano le sue note su Facebook è tale da suscitare sempre commenti appassionati, anche quando, come in quella che pubblichiamo oggi, si tratta di pesanti denunce sul basso livello di civiltà che denotano molti nostri contadini, e che ha pesantemente abbruttito il volto di Foggia.  È un articolo sullo “scempio urbano” su cui il nostro giornale è sovente intervenuto, rimarcando come sempre più spesso la città sia alla mercé dei vandali che infieriscono anche su strutture che erogano servizi pubblici importanti, come le cabine telefoniche.
Significativa anche la risposta con cui Nico ci ha autorizzati alla pubblicazione dell’articolo (pubblicazione che facciamo molto volentieri, anche per superare il limite imposto dal meccanismo di Facebook ai “tag” sulle note): “Certo, caro Quotidiano, avanti insieme nel ripristino delle piccole cose che fanno grande la parte negativa della città. Grazie e un doveroso plauso per la sensibilità che avete nell’ascoltare. Grazie.”
Tra i commenti alla nota di Baratta ce ne sono anche alcuni di Gioacchino Rosa Rosa, autore di un bel libro dal titolo che è tutto un programma (la prima edizione esaurita in pochi giorni, tanto che se ne sta facendo una ristampa): “Foggiani. Chi siamo, da dove veniamo e perché non arriveremo mai.”
Rosa Rosa è un attento propugnatore dell’idea che lo sviluppo economico e culturale di un territorio dipendono in modo direttamente proporzionale al suo tasso di “senso civico” che purtroppo non sembra essere particolarmente elevato nel capoluogo dauno.
Qualche giorno fa, Gioacchino ha “postato” sul blog del Quotidiano di Foggia un commento ad un nostri articolo in cui avevamo analizzato il decadimento sociale e civile che il capoluogo dauno sta conoscendo, senza che purtroppo vi sia quella mobilitazione morale e civile che ci si attenderebbe: “È amaro constatare – dice Rosa Rosa nel suo commento – che questo grido di rabbia, questa indignazione profonda non sortirà alcun effetto perché questa città è abituata da quasi mille anni a farsi scivolare tutto addosso. Il vandalismo, il pressappochismo, la superficialità, l’inettitudine, l’invidia e la disonestà sono le armi che battono a tavolino il buon senso, la buona volontà, la fattività, la correttezza dei pochi che tentano di vivere in un contesto civile. Se questo è l’oggi, quale sarà il domani?”
Non lo sappiamo, davvero. Ma proprio per questo un’altra Foggia è possibile. Dev’esserlo.

Ancora atti vandalici in città… barbari scatenatiMa un’altra Foggia è possibile?Forse sì, con la passione civile di persone come Nico Baratta e Gioacchino Rosa RosaAncora un atto vandalico. L’ennesimo. Forse anche con una motivazione vagamente estorsiva. Foggia sempre più in preda ai nuovi barbari. È successo nel week end, in via della Repubblica, a Foggia, quando i soliti ignoti con un ordigno esplosivo hanno fatto saltare un distributore di schede telefoniche, provocandone la distruzione.Un episodio che verrebbe fatto quasi di dire “non fa più notizia”, tanti e tali se ne consumano tra le strade e le piazze foggiane. Ma noi continueremo a dare queste notizie che… non fanno più notizia. Ostinatamente, caparbiamente, nella speranza che ci siano sempre più cittadini a non arrendersi, ad indignarsi. Un’altra città, un’altra Foggia, è possibile? Forse sì, se prende il sopravvento il desiderio di esserci, di partecipare, di essere protagonisti attivi della vita cittadina. Uno che si batte da tempo per questi obiettivi è Nico Baratta, di cui apprezziamo molto la lucidità con cui scruta e racconta la città, nelle sue cose belle e nelle sue cose brutte, nelle sue aspettative, nelle sua speranze, nelle sue delusioni.La tensione morale e culturale che sprigionano le sue note su Facebook è tale da suscitare sempre commenti appassionati, anche quando, come in quella che pubblichiamo oggi, si tratta di pesanti denunce sul basso livello di civiltà che denotano molti nostri contadini, e che ha pesantemente abbruttito il volto di Foggia.  È un articolo sullo “scempio urbano” su cui il nostro giornale è sovente intervenuto, rimarcando come sempre più spesso la città sia alla mercé dei vandali che infieriscono anche su strutture che erogano servizi pubblici importanti, come le cabine telefoniche. Significativa anche la risposta con cui Nico ci ha autorizzati alla pubblicazione dell’articolo (pubblicazione che facciamo molto volentieri, anche per superare il limite imposto dal meccanismo di Facebook ai “tag” sulle note): “Certo, caro Quotidiano, avanti insieme nel ripristino delle piccole cose che fanno grande la parte negativa della città. Grazie e un doveroso plauso per la sensibilità che avete nell’ascoltare. Grazie.”Tra i commenti alla nota di Baratta ce ne sono anche alcuni di Gioacchino Rosa Rosa, autore di un bel libro dal titolo che è tutto un programma (la prima edizione esaurita in pochi giorni, tanto che se ne sta facendo una ristampa): “Foggiani. Chi siamo, da dove veniamo e perché non arriveremo mai.”Rosa Rosa è un attento propugnatore dell’idea che lo sviluppo economico e culturale di un territorio dipendono in modo direttamente proporzionale al suo tasso di “senso civico” che purtroppo non sembra essere particolarmente elevato nel capoluogo dauno. Qualche giorno fa, Gioacchino ha “postato” sul blog del Quotidiano di Foggia un commento ad un nostri articolo in cui avevamo analizzato il decadimento sociale e civile che il capoluogo dauno sta conoscendo, senza che purtroppo vi sia quella mobilitazione morale e civile che ci si attenderebbe: “È amaro constatare – dice Rosa Rosa nel suo commento – che questo grido di rabbia, questa indignazione profonda non sortirà alcun effetto perché questa città è abituata da quasi mille anni a farsi scivolare tutto addosso. Il vandalismo, il pressappochismo, la superficialità, l’inettitudine, l’invidia e la disonestà sono le armi che battono a tavolino il buon senso, la buona volontà, la fattività, la correttezza dei pochi che tentano di vivere in un contesto civile. Se questo è l’oggi, quale sarà il domani?”Non lo sappiamo, davvero. Ma proprio per questo un’altra Foggia è possibile. Dev’esserlo.

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  1. Nico Baratta permalink
    11 febbraio 2010 21:56

    La cabina è stata rimossa e la gente del luogo è felice e confortata dal fatto che qualcuno si occupi e monitori il quartiere.
    Siamo alle porte della Foggia Settecentesca, una finestra aperta a chi vorrebbe godere delle bellezze artstiche che la Foggia antica offre gratuitamente (come giusto debba essere). Ricordiamoci che un certo Vittorio Sgarbi ha messo in rilievo le opere artistiche che abbiamo, opere sui palazzie e fra le vie più antiche della città. Un valore inestimabile che non sappiamo valorizzare, preservare e conservare.
    Un ringraziamento accorato a Gioacchino che ha condiviso con Noi le sofferenze di Foggia e che vorremmo lenire.
    Andiamo avanti, ‘un passo per volta’, come sempre affermo. ‘La semplicità é perfezione, perciò difficile da ottenere [Nico]’ ciò che credo e che testardamente cerco di promuovere.
    Grazie.

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